mercoledì 12 settembre 2012

catastrofi naturali: prima parte


Capuani Andrea, ex allievo TSE

Catastrofi naturali: la scienza dell’uomo di fronte all’imponderabile della natura.

<<Alle sue leggi si obbedisce anche quando ci si oppone>>. Così affermava J. W. Goethe stabilendo l’impotenza dell’uomo di fronte alla natura. L’uomo si illude di poterla dominare ma, ogni qual volta che essa provoca delle vittime per mezzo di fenomeni naturali avversi, emerge la fragilità e l’impotenza dell’uomo di fronte ad essa.

Come affermava E. Boncinelli (Dall’asse distorto ai grappoli sismici. Quando la scienza vuol parlare troppo, CORRIERE DELLA SERA): <<La verità è che, eccetto casi particolarmente fortunati, non siamo ancora in condizione di prevedere i terremoti ed i maremoti>>. Ogni qual volta questi fenomeni naturali agiscono su ambienti popolati, sono causa di catastrofi che portano come conseguenza la morte di migliaia di persone.

Oggi, comunque, grazie alle nuove tecnologie, si riesce a prevedere in modo approssimativo parte dei fenomeni naturali molto pericolosi, come l’eruzione dei vulcani e la formazione di valanghe, che fino a pochi decenni fa erano considerate imprevedibili.

Partendo da questo presupposto, la domanda che emerge spontanea è: la tecnologia ci permetterà mai di prevedere con sufficiente anticipo terremoti e maremoti?

Io ritengo che questo sarà possibile con un ulteriore sviluppo scientifico e tecnologico in modo da consentire l’evacuazione degli abitanti dai siti minacciati da questi fenomeni. Ma per quanto queste calamità si possano prevedere, l’uomo rimane impotente dinanzi ad esse.

R. Thom affermava:<< Quando non possiamo agire non ci resta più che fare buon viso a cattivo gioco e accettare stoicamente il verdetto del destino..>>. L’uomo, insomma, non è altro che uno spettatore di fronte all’imponenza della natura; per quanto possa comprendere in anticipo cosa succederà non potrà mai riuscire a fare in modo che non accada.

In questi ultimi decenni le catastrofi naturali sono state molteplici e molte sono state legate all’intervento troppo invasivo dell’uomo sulla natura. Basti pensare ai maremoti le cui cause sono state ricondotte da scienziati allo scioglimento delle calotte polari, provocato dall’inquinamento dell’atmosfera da parte dell’uomo.

Pertanto ritengo che dal canto nostro rimarremmo solo spettatori e mai registi di questo “film” che è la natura. l’unica cosa che potremmo fare è cercare di limitare i danni che causiamo al nostro pianeta e stare sempre pronti ad incassare il colpo e cercare di prevedere con un sufficiente anticipo le catastrofi in modo da poter salvare qualche vita in più.


 

Nessun commento:

Posta un commento